Mappa dell’Orto Botanico di Palermo - Orto Botanico di Palermo (2024)

La Mappa dell’Orto Botanico Palermo è sotto rappresentata per una migliore fruizione degli ambienti dove potrai ammirare moltissime biodiversità.

Le piante nell’Orto Botanico Palermo sono disposte secondo criteri sistematici (sistema Linneano e classificazione di Engler), bio-ecologici e geografici, sperimentali, oltre che dalle disponibilità delle strutture consistenti in una serie di serre e nel complesso dei sistemi acquatici.

Mappa dell’Orto Botanico di Palermo - Orto Botanico di Palermo (1)
  1. Gymnasium
  2. Tepidarium
  3. Calidarium
  4. Museo didattico
  5. Originario ingresso dell’Orto
  6. Serra delle Succulente
  7. Serra “Maria Carolina”
  8. Serra detta “della Regione”
  9. Papaia (Carica Papaya)
  10. Mandarino (Citrus deliciosa)
  11. Nespolo del Giappone (Eriobotrya japonica)
  12. sem*nzaio
  13. Cotone (Gossypium sp.pl.)
  14. Collezione di Succulente
  15. Ramiè (Bohemeria nivea)
  16. Bambù
  17. Canna da Zucchero (Saccharum officinarum
  18. Manioca (Manihot utilissima)
  19. Banano (Musa cavendischii)
  20. Ficus del Bengala (Ficus benghalensis)
  21. Resti della chiesa chiaramontana di S. Dionisio (XV sec.)
  22. Albero del sapone (Sapindus mukorossi)
  23. Sicomoro (Ficus sycomorus)
  24. Acquarium
  25. Papiro Egiziano (Cyperus papyrus)
  26. Sangue di drago (Dracaena draco)
  27. Araucaria columnaris
  28. Ficus Magnolioides
  29. Collinetta “mediterranea”
  30. Dipartimento di Scienze Botaniche
  31. Laboratorio del Germoplasma
  32. Centro per il salvataggio delle Succulente
  33. Ficus rubiginosa
  34. Albero del sughero (Quercus suber)

Ingresso Principale

Incamminandoci con l’intenzione di scoprire l’arte fra la natura, o il contributo dell’arte alla natura, non possiamo non osservare le erme in calcrenite che sormontano i pilastri dell’ingresso principale.

Dipartimento di Botanica

Continuando a percorrere il Viale Centrale si arriva al Viale Luigi Montemartini, al cui termine si trova la sede del Dipartimento di Botanica.

Percorrendo il viale che si sviluppa fra l’Aquarium e il grande Ficus magnolioides, si arriva al viale Luigi Montemartini al cui termine si trova la sede del Dipartimento di Scienze Botaniche.

Nel piazzale, al quale si accede anche attraverso un cancello che dà sulla Via Archirafi, è posto il busto bronzeo di Antonino Borzì (1852-1921) al quale si devono la costruzione dell’edificio con le aule e i laboratori e la creazione, nel 1913, del Giardino coloniale.

Giardino Botanico Palermo

Il giardino botanico a Palermo che da qui possiamo finalmente ammirare, è certamente improntato a criteri estetici. Nel formulare il disegno, Dufourny si propose infatti di superare l’idea rinascimentale del disegno concluso, pertanto un’area estesa poco più di tre tumuli viene ripartita in quattro grandi settori rettangolari, quartini, separati da due viali ortogonali, il Viale Centrale e il Viale delle Palme.

Proseguendo il nostro cammino, troviamo nel piazzale prospicente il giardino i busti bronzei di Agostino Todaro e di Padre Bernardino da Ucria. Il primo, illustre personaggio della vita politica italiana e della botanica siciliana, fu direttore dell’orto dal 1858 al 1892, ne espanse i confini, imprimendo un forte sviluppo alle attività scientifiche e di scambio, e incrementò notevolmente l’erbario.

Il secondo, Padre Bernardino da Ucria, fu dimostratore delle piante nell’Orto Botanico di Palermo, e introdusse in sicilia il sistema di classificazione di Linneo.

Biblioteca

La Biblioteca del Dipartimento, sin dall’epoca della sua fondazione, avvenuta nella metà dell’Ottocento per volere dell’allora Direttore Agostino Todaro, è stata considerata di grande rilevanza scientifica e storica, sia per la varietà del suo patrimonio librario, sia per la rarità di una parte delle sue collezioni. A tale proposito si ricordi il Fondo Antico della Biblioteca che consta di circa 750 volumi che coprono un arco cronologico compreso tra il 1537 e la prima metà dell’Ottocento.

Oggi ospita circa 26.000 volumi, tutti di argomento specialistico, dei quali circa 8.000 sono le monografie ed i rimanenti costituiscono una collezione di circa 1.100 seriali comprendente anche titoli che risalgono alla metà del Settecento oltre ai circa 200 titoli di riviste attive provenienti da abbonamento e da accordi di scambio con altre Istituzioni sparse in Italia ed all’estero.

Alla Biblioteca fanno riferimento, oltre al personale universitario strutturato presso il Dipartimento di Scienze Botaniche, studiosi di diversa nazionalità e numerosi studenti dei corsi di laurea in Scienze Biologiche e Scienze Naturali, oltreché delle Facoltà di Agraria, Farmacia, Architettura ed Ingegneria, per i quali viene svolto un assiduo lavoro di assistenza alla consultazione e per l’eventuale fotocopiatura di materiale bibliografico.

Originario Ingresso dell’Orto

Proseguendo lungo il Viale Filippo Parlatore, a sinistra troviamo l’originario ingresso dell’orto, posto proprio dirimpetto al piazzale del fonte palermo di Villa Giulia, i cui due grandi pilastri sono sormontati da due statue, opera di Danè, che rappresentano Dioscoride, medico greco che si interessò di botanica officinale, tanto da essere definito da Dante il buon accoglitore, delle qualità e delle virtù delle erbe, e Teofrasto, filosofo e scienziato greco, discepolo e successore di Aristotele nella direzione della scuola peripatetica, considerato per le sue importanti opere il padre della botanica.

Busto di Francesco Bruno

Ritornando indietro e percorrendo il Viale Vincenzo Tineo nel settore delle Sicamoree troviamo il busto di Francesco Bruno, l’ultimo tra i direttori storici che ebbe il merito di ricostruire le collezioni, di recuperare gli archivi e di allontanare in maniera definitiva le minacce di smembramento dell’orto, delineatesi fin dai tempi di Todaro.

Serra “Carolina”

Continuando lungo il viale si incontra sulla sinistra la Serra “Carolina”, rifacimento dell’originaria serra commissionata in Inghilterra dalla regina Maria Carolina di Borbone per la regia di Caserta, e da lei stessa donata all’orto nel 1799, dove fu montata solo nel 1823.

Particolarmente interessante è la fontana, posta nel piazzale antistante la serra, con al centro la statua di Paride, scolpita da Nunzio Morello nel 1838.

Busto di Vincenzo Tineo

Al termine del viale troviamo il busto di Vincenzo Tineo. Egli successe giovanissimo al padre Giuseppe nella direzione dell’orto.

Gli si devono riconoscere diversi meriti. Fu infatti un’ottimo botanico e potenziò le collezioni vive ed essiccate dell’orto. Alla sua scuola si formarono diversi medici naturalisti, fra cui Filippo Parlatore, Francesco Minà Palumbo e Agostino Todaro.

Ordinamenti Bio-Ecologici e Geografici

A fianco del viale Montemartini, in prossimità del piazzale del Dipartimento, le piante sono disposte secondo criteri bioecologici che riproducono un Giardino a succulente costituito da numerose specie del genere Aloe e da varie altre piante degli ambienti aridi africani.

Accanto alla collezione delle succulente, un grande esemplare di Ficus rubiginosa dà vita ad un’insolita e, al tempo stesso, suggestiva espressione di giungla.

In adiacenza al Ficus rubiginosa sono stati recentemente impiantati un Palmetum e un Cycadetum in cui si coniugano valenze sistematico-tassonomiche ed ecologiche.

Nella parte orientale dell’Orto si trova anche la “collinetta mediterranea” che ospita alcune significative componenti della flora spontanea locale, inclusi diversi endemismi e alcune rarità.

Settore Sperimentale e delle Piante Utili

La superficie delimitata degli edifici universitari di via Archirafi e dal viale Francesco Bruno ospita il settore sperimentale dell’Orto e quello delle piante utili.

Il settore delle essenze utili comprende parcelle riservate alle piante officinali, tessili, da resina e gomma, da olio, da essenza e da corteccia. Nel settore sperimentale si coltivano piante tropicali e subtropicali sottoposte a studi, conclusi o in corso, condotti nell’Orto botanico a Palermo quali quelli del cotone, degli agrumi, della canna da zucchero, del sorgo, della carica, dell’annona, ecc.

Gymnasium, Calidarium e Tepidarium

L’Orto Botanico di Palermo ha ricevuto l’odierna organizzazione e struttura funzionale dall’opera di insigni architetti, che nel realizzarlo hanno coniugato felicemente criteri scientifici ed estetici di ogni componente.

Di fronte al cancello, si staglia l’edificio centrale, il “Gymnasium”, che in origine era la sede della “Schola Regia Botanices”, dell’ “Herbarium”, della Biblioteca e della dimora del Direttore.

Affiancano il Gymnasium due edifici minori disposti simmetricamente. Essi sono ancora chiamati Calidarium e Tepidarium perché in origine ospitavano piante dei climi caldi e temperati rispettivamente.

Ai due lati della scalinata del Gymnasium si trovano due sfingi di calcare compatto, scolpite da Vitale Tuccio e donate rispettivamente dal principe di Galati e dal Duca di Terranova. Esse simboleggiano le incognite della scienza e la sfida ambigua che la sua progressiva conquista pone al genere umano.

Imponenti colonne in stile dorico scandiscono questo monumentale pronao, come anche il tetrastile posteriore che da nel giardino. In entrambi gli ingressi si possono ammirare eleganti lacunari a motivi vegetali, opera dello scultore Gaspare Ferriolo. Gli affreschi monocromi sono del pittore palermitano Giuseppe Velasco.

Dal portico anteriore si accede all’aula, la Schola Botanices, al cui ingresso stanno due cariatidi in stucco, opera di Domenico Dané; a sinistra una lapide porta incise le funzioni dell’Orto.

Nelle scansie laterali dell’aula sono custoditi vari reperti didattici di interesse storico; interessante è il tondo del dimostratore, che aveva il compito di illustrare le proprietà delle erbe, provvedere giornalmente alla preparazione delle droghe e distribuirle, secondo i casi, a quanti ne abbisognassero.

Le pareti sono ulteriormente arricchite da medaglioni in bassorilievo, dedicati ai più famosi botanici, e da statue di insigni naturalisti, poste in nicchie angolari; tra esse, spiccano quella dello svedese Carlo Linneo, lo scienziato cui fu ispirata la disposizione botanica del nucleo storico dell’Orto, quella di Joseph Pitton de Tournefourt, botanico francese autore di una classificazione delle piante basata esclusivamente sulla forma della corolla.

La volta, anche questa affrescata da Giuseppe Velasco, presenta, nelle vene angolari, motivi allegorici attestanti le virtù medicinali delle erbe.

Nella sala centrale del Ginnasio si possono osservare la Cattedra e il banco del “dimostratore” delle piante medicinali, mentre tutto intorno si notano le vetrine in cui vengono tuttora custodite varie raccolte di semi, frutti e altri materiali vegetali; in alto, nel disco centrale della volta simboleggiante la dea Flora, si nota l’iscrizione “miscuit utile dulci” ossia la sintesi botanico-farmaceutica di due secoli fa.

L’ala sinistra del Ginnasio era destinata ad abitazione del Direttore, mentre quella destra è tutt’oggi occupata dall’Erbario nel quale si custodiscono preziosissime collezioni di piante essiccate di varia provenienza geografica, raccolte e donate da illustri naturalisti in differenti periodi.

Il tetrastilo, che collega l’aula della Schola Regia Botanices e l’Orto, è decorato con affreschi monocromi che si ispirano alla figura di Asclepio, figlio di Apollo, eroe e dio della medeicina. Si trovano anche statue di Asclepio e della figlia Igea, scolpite da Domenico Tuccio.

Il muro d’attico di questo porticato è adornato da statue raffiguranti le quattro stagioni, dello scultore Gaspare Ferriolo.

Le Serre

Le serre complessivamente ricoprono circa 1300 mq. La più antica di esse è la “Serra Carolina”, un Giardino d’Inverno che ospita numerose piante poste in piena terra. In origine essa era in legno e riscaldata. Delle altre serre, le maggiori sono la Serra della Regione che ospita piante di ambienti caldo-umidi, e la Serra delle succulente, con piante di ambienti caldo-aridi.

Un’altra serra di più recente costruzione ospita le collezioni di succulente del Centro di salvataggio CITES, ed un’altra in prossimità del complesso monumentale, all’inizio del viale Filippo Parlatore, ospita collezioni degli ambienti umidi.

Nella serra “Carolina” sono ricoverate piante coltivate in vaso o in piena terra che non superano bene i nostri inverni. Alcune di esse come il caffè, potrebbero vivere all’esterno, per vari anni, sino a quando non si verificano eventi eccezionali.

Nella serra della “Regione”, si coltivano in vaso la Palma del viaggiatore (Ravenala madagascariensis) alcune aracee e varie specie di Anthurium, Codiaeum, Pandanus e altre piante proprie dei climi caldo-umidi tropicali ed equatoriali. Accanto ad essa, due serre più piccole ospitano, rispettivamente, orchidee e piante carnivore.

La serra del Centro di salvataggio CITES contiene in gran parte succulente di origine americana. Infine la serra, posta all’inizio del viale Filippo Parlatore, in cui sono riprodotte le condizioni di clima temperato-umido, ospita una piccola collezione di felci.

Aquarium e altre vasche

Immettendoci nel Viale delle Palme e poi girando per quello Centrale, si arriva al magnifico Aquarium, composto da tre ampi bacini concentrici di varia profondità, complessivamente suddivisi in ventiquattro scomparti per ospitare piante con esigenze idriche differenti.

Ambienti dedicati alla coltivazione delle piante acquatiche sono diffusi in vari punti dell’Orto. Il più importante è l’Aquarium, composto da tre bacini concentrici suddivisi mediante otto raggi in 24 settori. Esso chiude il nucleo primario dell’Orto che è confinato fra esso e il Gymnasium.

A pochi metri dall’Aquarium si trova il laghetto un’altra ampia vasca in cui le piante sono disposte in modo informale. Altre vasche minori si trovano nei quartini, fra il Gymnasium e l’Aquarium.
L’Aquarium è disposto in modo di poter ospitare piante adattate a vivere a profondità progressivamente minore procedendo dall’esterno. Anche nel cosiddetto laghetto sono state predisposte differenti profondità.

In questo modo l’ordinamento delle piante non segue un criterio sistematico, ma è basato soprattutto sulle differenti esigenze ecologiche: nei comparti dell’Aquarium vivono esclusivamente le piante acquatiche, e nei punti di minore profondità i giunchi e i ciperi.

Nell’Aquarium prosperano numerose varietà di Nymphaea, fra i quali si ricordano gli ibridi di Nymphaea ×marliacea dalle vistose fioriture rose, rosse, gialle e azzurre, oltre a N. alba, N. tuberosa, Nuphar lutea e il notissimo fior di loto Nelumbo nucifera della famiglia delle nelumbonacee. Inoltre, nella parte più interna non sommersa ma sempre umida si trovano Alocasia sp., Colocasia sp., Zantedeschia aethiopica, ecc.

Il papiro egiziano, Cyperus papyrus, caratterizza, insieme a Nelumbo nucifera che forma gruppi spettacolari, il cosiddetto “laghetto”, una vasca poco distante dalla prima, che ospita, inoltre, varie ciperacee quali Scirpus lacustris, Cyperus alternifolius, e, oltre ai rappresentanti Pontederia cordata, della famiglia delle pontederiacee, Sagittaria lancifolia delle alismatacee, Pistia stratiotes delle pistiacee ed altro.

Una vasca con mangrovie si trova non lontano all’ ”Aquarium”, vicino al magnifico Ficus benghalensis.

Le vasche minori ospitano cespi di Colocasia esculenta e altre specie cespitose molto decorative.

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Author: Horacio Brakus JD

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